Il bacino culturale

...E’ preferibile adottare l’espressione innovativa di bacino culturale, in quanto il bacino sembra esprimere meglio l’idea di un valore aggiunto generabile da una pluralità di prodotti diversi.....
Tratto dal documento del settembre 2009 di Arcus, ora confluita in ALES Società SpA del Ministero

La Fondazione ha deciso di istituire il Bacino Culturale Turistico Evoluto del Garda, studiando e poi seguendo le indicazioni, i suggerimenti e le direttive sia dei nostri Ministeri, che della Comunità Europea per essere il più possibile al passo con le nuove richieste del legislatore.

Si intende:

  • sostenere la creazione di una rete tra operatori, per favorire una gestione integrata dell’offerta non direttamente solo turistica;
  • fornire al mercato prodotti innovativi, diversificati.

Con una progettazione unica e organizzata, si possono proporre esperienze turistiche di qualità in grado di soddisfare le nuove preferenze e i fabbisogni turistici quotidiani, valorizzando anche i territori, i prodotti poco conosciuti e le destinazioni meno mature, intesi nella loro più ampia accezione di “valore esclusivo italiano”.

Un obbiettivo importante della fondazione è quello di esaltare ogni singolo aspetto del territorio, e di apprezzare anche il minimo dettaglio.

Così credendo ad ogni tipologia di turismo viene data la stessa importanza. Sebbene queste siano di diverso tipo vengono sviluppate tenendo conto dell’interesse del turista nello scoprire un territorio a 360 gradi, del valore culturale, della conservazione del patrimonio storico-culturale e di quello artistico della zona.

 

MA COS’È ALES?

Ales – Arte Lavoro e Servizi S.p.A. è una società in house del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT), impegnata da oltre quindici anni in attività di supporto alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale.

È stata costituita nel 1997 e con la Legge di stabilità del 2016 è stata effettuata la fusione per l’incorporazione della società ARCUS SpA – Società per lo sviluppo dell’arte, della cultura e dello spettacolo – in ALES SpA.

Per maggior trasparenza, portiamo a conoscenza del lettore, un estratto integrale dal documento del Settembre 2009 di Arcus, oggi confluita in Ales S.pA:

“Arcus può ritenersi la sede idonea per la composizione degli interessi pubblici in materia di interventi sul territorio in quanto la sua struttura è aperta per legge alla partecipazione delle Autonomie territoriali ed alla collaborazione dei privati, e quindi può fornire in concreto una opportunità per integrare, secondo l’indirizzo dell’Autorità vigilante, le politiche culturali ed ambientali con le altre politiche del territorio.

Considerata inoltre l’evidente connotazione pubblicistica delle funzioni affidate ad Arcus nella materia, la Società deve costituire un sicuro punto di riferimento e di supporto in ordine alla elaborazione dei progetti strategici sul territorio.

Ora, è noto che uno degli elementi negativi delle politiche pubbliche sinora poste in atto per la valorizzazione, anche economica, dei beni culturali sul territorio molto spesso deriva da una eccessiva parcellizzazione e separazione, anche in termini finanziari, delle ottiche di intervento, che invece, come ormai si sostiene unanimemente, hanno bisogno di essere armonizzate.

Il processo di valorizzazione delle risorse culturali deve essere compreso, perciò, in un più vasto processo di “produzione integrata” intorno a centralità costituite da beni culturali in grado di fungere da volano economico per determinate aree.

Il potenziale di impatto economico dipende, dunque, dalla capacità di organizzare forme integrate in determinate aree in cui il bene culturale, se considerato la risorsa più rappresentativa, può essere evocato come una sorta di “marchio” in grado di catalizzare tutte le altre risorse (le risorse naturali, quelle turistiche, l’offerta formativa, i servizi di accessibilità e di accoglienza, le attività artigianali, le risorse gastronomiche, e così via).

E’ preferibile adottare l’espressione innovativa di bacino culturale, in quanto il bacino sembra esprimere meglio l’idea di un valore aggiunto generabile da una pluralità di prodotti diversi.

Nel nostro Paese, pertanto, va maturando la convinzione della necessità di un coordinamento delle spinte locali e di parte dell’associazionismo privato per le strategie sul territorio negli ambiti considerati. Sono stati inoltre di recente elaborati i primi concetti di “teoria economica dei distretti culturali”.

Tuttavia, non viene nascosta la complessità delle analisi e delle elaborazioni comportate dallo sviluppo di un modello di bacino culturale. Alcune difficoltà derivano infatti dallo stesso concetto di bacino, che non è limitato alle sole risorse culturali esistenti in una determinata area del territorio, ma implica la necessità di analisi, simulazioni e proiezioni sugli altri comparti dell’economia territoriale.

Sulle predette tematiche, Arcus – che naturalmente deve procedere sulla scorta dell’indirizzo governativo, d’intesa con le Autonomie territoriali – si propone per dare il proprio contributo, un processo di affiancamento /coordinamento che, utilizzando le esperienze sinora condotte e razionalizzando l’esistente, possa condurre ad una definizione condivisa di un modello di bacino culturale e poi alla identificazione di un piano coerente di interventi.

Il modello di Bacino Culturale

Il Bacino Culturale va inteso come sistema, territorialmente circoscritto, di relazioni che integra il processo di valorizzazione delle dotazioni culturali, sia materiali che immateriali e ambientali, con le infrastrutture e con gli altri settori produttivi che a quel processo sono connesse.

Il modello, in definitiva, intende applicare una strategia di sviluppo che:

  • integri i processi di valorizzazione dei beni culturali, delle risorse e del territorio;
- privilegi la realizzazione di programmi integrati di azione a discapito di interventi puntuali;
  • irrobustisca le interdipendenze tra l’industria culturale e gli altri settori produttivi presenti sul territorio;
  • accresca le ricadute economiche dei processi di valorizzazione.

L’ambiente naturalmente predisposto ad accogliere con successo un simile modello coincide con un’area ad alta densità di risorse culturali ed ambientali, caratterizzata da un elevato livello di articolazione, qualità ed integrazione delle infrastrutture e dei servizi turistici rivolti all’utenza. La precondizione, infatti, perché in un territorio possa nascere un’economia basata sulla valorizzazione dei beni culturali è che, accanto alla valorizzazione dei capital assets – le risorse culturali ed ambientali – si investa nel potenziamento di altre componenti: le infrastrutture di collegamento e di accessibilità, le strutture ricettive, la formazione professionale, le attività produttive e commerciali d’interesse turistico, come l’artigianato tradizionale ed i prodotti eno-gastronomici.
Le dotazioni culturali che possono essere valorizzate hanno varia natura e vanno considerate in senso lato, essendo costituite dai beni e dalle istituzioni culturali, dal patrimonio demo-etno-antropologico, dai centri storici, dalle strutture urbane, dagli spettacoli dal vivo, dalla produzione di arte contemporanea, dai prodotti tipici locali, dall’industria della moda e del design, dagli eventi, e così via.

In definitiva, il sistema integrato di relazioni che costituisce il Bacino Culturale può, a sua volta, essere ripartito in quattro sub sistemi consecutivi così strutturati e rappresentati graficamente nella figura che segue:

  1. il primo è costituito dall’integrazione dei processi di valorizzazione dell’insieme delle risorse storiche, culturali ed ambientali presenti sul territorio;
  2. il secondo subsistema è costituito dai servizi di accessibilità e per il tempo libero. L’offerta di servizi di trasporto (sia a scala territoriale che extraterritoriale) deve essere coordinata con l’offerta di servizi leisure e per lo sport (cinema, teatri, strutture sportive, ecc.) e, contemporaneamente, queste offerte devono essere coerenti con la strategia di valorizzazione degli asset culturali;
  3. il terzo subsistema è costituito dai servizi di accoglienza: alberghi, bar, ristoranti, commercio, ecc. In questo caso si tratta in primo luogo di potenziare l’offerta soprattutto in termini di standard qualitativi;
  4. il quarto subsistema è rappresentato da quell’insieme di imprese che investono sul territorio in esame. Si tratta in questo caso di realtà imprenditoriali appartenenti a diversi settori, come l’artigianato o l’agroalimentare o quello della comunicazione o del restauro, che comunque devono essere in grado di produrre ed offrire sul mercato merci e servizi utili al processo di valorizzazione delle risorse culturali ed ai suoi fruitori.

Le Fasi di costruzione del Bacino Culturale

La prima fase del lavoro dopo aver inquadrato l’ambito territoriale interessato, descrive sinteticamente gli elementi caratterizzanti quel modello di valorizzazione integrata delle risorse locali denominato “Bacino Culturale”.
Quest’operazione è funzionale all’implementazione delle due fasi successive: quella di definizione di strategie generali e di un Piano di interventi specifici, volti all’ottimizzazione dell’offerta globale e alla creazione di un sistema integrato di prodotti e servizi da attuarsi, nel tempo, sul territorio in esame, in sintonia con l’identità locale emersa.
La fase finale riguarda la struttura di governance e la valutazione di massima dei costi, che dovranno essere sopportati per la realizzazione degli interventi e dei possibili rientri finanziari, con l’individuazione dei relativi canali di copertura e la definizione di un possibile modello attuativo degli interventi e di gestione del Bacino.